Elettronica sostenibile: ci aspetta un futuro fatto di chip alla canapa?
Quando pensiamo al futuro viene quasi naturale, grazie alla vasta e variegata letteratura e filmografia sci-fi, immaginare un mondo abitato da robot e super tecnologie.
Tuttavia, al di là dell’immaginario ereditato dai media, il futuro potrebbe essere un tantino differente da quel che credevamo. Un errore di valutazione che deriva anche – e sopratutto – dalle conseguenze del progresso tecnologico dell’ultimo decennio.
Difatti, non è una novità che la nostra società stia vivendo una crisi inerente al rilevamento di risorse per sviluppare circuiti, oltre che ad una problematica sullo smaltimenti dei materiali stessi.
A fronte di tali criticità, sopraggiunge la necessità di agire per far fronte ai problemi, al fine di attenuarli e, nel migliore dei casi, risolverli abbracciando la causa ambientalista.
È qui che si fa sempre più concreta la possibilità di un Elettronica Sostenibile, che contempla l’impiego di risorse naturali, come la canapa, la quale, secondo recenti studi, potrebbe avere campo di applicazione anche per lo sviluppo di circuiti biodegradabili.
Una notizia, questa, che arriva dal Regno Unito, dove l’Università di Portsmouth insieme al pionere nel campo dei materiali sostenibili, Jiva Materials, hanno instaurato una collaborazione per lavorare allo sviluppo e alla commercializzazione del primo circuito stampato a base di canapa. La missione a cui ambiscono è quella di “combattere il crescente problema dei rifiuti elettronici (e-waste) e offrire una soluzione sostenibile alle sfide ambientali poste dallo smaltimento dei componenti elettronici”.
Ciò significa che ci aspetta un futuro di chip e circuiti alla canapa?
Chiariamo ogni dubbio in questo articolo.
I rifiuti dell’Era Tecnologica
Una delle urgenze dell’era odierna è il come far fronte al problema dei rifiuti elettronici a livello globale. In media, ogni persona genera almeno circa 8kg di rifiuti elettronici per anno. Basti pensare che solo il Regno Unito ne produce oltre 2 milioni di tonnellate.
Si ritiene che, almeno l’8% di quei rifiuti, appartengano alla categoria PCB, ossia circuiti stampati. Un dato non trascurabile se si persegue la strada dell’ecosostenibilità.
Difatti, il problema dello smaltimento dei PCB si pone proprio per la sua composizione materiale. La maggioranza dei circuiti elettronici sono fabbricati con laminato laminato epossidico in fibra di vetro e un inquinante organico (introdotto per scongiurare il raggiungimento di livelli eccessivi di combustione e calore).
Il problema è che meno della metà di questi rifiuti viene poi riciclato correttamente e, in alcuni casi, vengono addirittura sottoposti a tecniche di smaltimento alternative e dannose per l’ambiente.
È qui che si fa strada l’idea di convertire le risorse naturali del pianeta, come la Canapa (sostanza, d’altro canto, così versatile da trovare mille impieghi di destinazione), per trasformarle in energia, in risorse che possono far fronte alla struttura sociale come la conosciamo oggi.
Le mille risorse della Canapa nell’elettronica sostenibile
Perché, ci si potrebbe chiedere, proprio la Canapa? Non è un mistero, infatti, che la pianta abbia delle doti eccelse in una molteplicità di campi, anche nella purificazione dell’atmosfera. In passato anche l’ex URSS aveva sfruttato il potenziale della canapa per far fronte al disastro ecologico di Chernobyl. Difatti, la canapa ha la capacità di assorbire le tossine dell’ambiente tramite le radici.
Ma non solo questo, perché negli ultimi tempi l’impiego della canapa sta conoscendo un certo successo anche in altri settori, come quello edile e automotive, proprio per le capacità della pianta di trattenere energia e di svilupparne altra, oltre che di assorbire le tossine dal terreno. La pianta ha anche dimostrato di migliorare notevolmente le prestazioni delle auto elettriche, dei computer e di tutte le tecnologie collegate alla ricarica rapida dei dispositivi.
Doti così eccezionali, che hanno condotto la Canapa a porsi non solo in competizione, ma anche di superare le alternative in graffente finora utilizzati, ad esempio con i superconfensatori alla canapa sviluppati dal Dr. David Mitlin della Clarkson University.
Ritornando al tema dei PCB (o circuiti elettrici), la sopracitata Jiva ha già il merito di aver prodotto il primo circuito stampato a base di lino, e che promette di iniziare ad esplorare il promettente potenziale rappresentato dalla Canapa.
In conclusione, la canapa sembrerebbe destinata a giocare un ruolo più grande di quella di semplice svago, per assurgere al ruolo di attore fondamentale per un futuro ecosostenibile.
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