La legalizzazione non incrementa il consumo di cannabis, ecco perché.
Negli ultimi tempi, al centro del dibattito sulla legalizzazione, vi è stata la preoccupazione che quest’ultima potesse condurre a un aumento del consumo di Cannabis, soprattutto sulle fasce più giovani della società. Ma ad oggi, dopo che svariati paesi, in Europa e nel mondo, hanno adottato leggi permissive riguardo l’acquisto legale del THC, anche per uso ricreativo, emerge chiara la realtà dei fatti: la legalizzazione non è legata in modo direttamente proporzionale ad un aumento del suo consumo.
Contrasto alle organizzazioni criminali
Non è d’altronde una novità che il consumo di una sostanza, se regolamentato, non spinge i cittadini comuni ad estremizzarne l’utilizzo. Ne sono esempio gli anni del proibizionismo negli USA agli inizi del secolo scorso, che ha prodotto i frutti contrari rispetto a quelli presupposti dai suoi sostenitori. Con la conseguenza di aumentare l’impatto e il valore del mercato nero e dei gruppi criminali.
Il problema è piuttosto rappresentato da tutte quelle file di proibizionisti che celano, per assurdo, scopi secondari e decisamente più infimi della responsabilizzazione del cittadino comune nei confronti della cannabis. Una sostanza, quest’ultima, che per fin troppo tempo ha goduto di un’ingiusta reputazione negativa, nonostante il mercato odierno sia ricco di altre sostanze legali, considerante maggiormente dannose. Basti pensare a tabacco e alcolici, che continuano a detenere un posto d’onore e indiscusso tra le spese dei più.
In questo articolo, infatti, desideriamo non solo sottolineare l’importanza dell’autogestione personale (a discapito di tutti coloro i quali vorrebbero arrogarsi il diritto di decidere sulle vite altrui), ma vorremmo porre alla luce la verità sulla questione. Sfatando una delle leggende più dure a morire e anche più addotte da chi vorrebbe declassare il CBD al grado di “droga altamente pericolosa”.
Ma vediamo insieme il perché tali convinzioni siano profondamente sbagliate e come la legalizzazione non incoraggi il consumo – reale – di cannabis, soprattutto tra i più giovani.
Con la legalizzazione tutela e consapevolezza crescono
L’adolescenza e la giovane età sono periodi particolari, lo sappiamo tutti. Ma dalla consapevolezza che sia così, all’addurre che siano cerebralmente spogliati di ogni capacità di intendere e volere c’è un divario immenso.
In una ricerca pubblicata dalla rivista JAMA Pediatrics, condotta dall’American Medical Association (AMA), da un gruppo di ricercatori delle università di Boston e del Maryland, gli studiosi hanno analizzato un vasto campione di quasi 900 mila adolescenti, residenti in 47 stati diversi degli Stati Uniti.
Contrariamente alla convinzione diffusa, i risultati indicano che la legalizzazione della cannabis e la conseguente apertura di negozi al dettaglio non hanno portato a un aumento del consumo di cannabis tra i giovani. Anzi, il rapporto evidenzia una tendenza opposta: un incremento del numero di giovani che si astengono dall’uso di cannabis, alcool e sigarette elettroniche.
È ormai ovvio che tale ricerca abbia non solo dato un grande contributo sul comportamento della popolazione, specialmente dei più giovani, a fronte della legalizzazione della cannabis, ma ha sottolineato l’importanza di una prospettiva di legalizzazione graduale, costellata da interventi e strategie mirate a minimizzare gli effetti negativi di un tale provvedimento.
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