Grazie alla nuova normativa in materia di droghe leggere oggi si parla di cannabis legale, tuttavia è bene specificare che la nuova legge ne consente la produzione di tipo industriale e la coltivazione domestica per uso personale. Per capire quali sono gli effetti della cannabis legale è necessario fare riferimento ai due principi attivi che la caratterizzano.
La cannabis legale e gli effetti del THC
Il THC, acronimo di delta-9-tetraidrocannabinolo, è una sostanza psicotropa che nella cannabis legale è consentita nella concentrazione massima dello 0.2%. È la ragione per la quale questo tipo di canapa viene definito anche cannabis light. Il CBD è il secondo principio attivo della cannabis legale. Entrambi sono presenti nelle infiorescenze della pianta. Il CBD, acronimo di cannabidiolo, contrasta gli effetti “stupefacenti” del THC, in quanto non è una sostanza psicoattiva.
A causa della bassa concentrazione di THC e della presenza del cannabidiolo, gli effetti della cannabis light sono molto diversi da quelli della canapa illegale: sono attutiti dalle proprietà del CBD, motivo per cui l’uso della canapa legale provoca generalmente un senso di rilassamento. È noto che nel caso della marijuana, quando non vi sia alcun limite nella concentrazione del THC, le conseguenze sulla psiche del fruitore sono generalmente personali. Ognuno reagisce diversamente a seconda della propria condizione emotiva. Anche i consumatori di cannabis light manifestano reazioni differenti che dipendono da fattori soggettivi che attualmente è difficile prevedere.
Per comprendere quanto possa essere innocua la cannabis legale, in relazione alla bassissima concentrazione di tetraidrocannabinolo, si consideri che la canapa illegale in alcuni casi può contenere valori pari al 4% di THC. Per esempio la skunk, che è una varietà della canapa ottenuta incrociando la sativa e la indica, può avere una concentrazione di tetraidrocannabinolo superiore al 20%.
Effetti benefici della cannabis legale
Le reazioni al consumo di cannabis legale sono modeste, dipendono dalla condizione fisica del fruitore e soprattutto da come viene assunta la sostanza. Non è ancora possibile sapere, dato che non è stata condotta alcuna sperimentazione, che effetto possa avere il consumo ripetuto e massiccio della cannabis light. È certo tuttavia che il cannabidiolo ha proprietà antiansiolitiche ed è facilmente tollerabile dalla maggioranza dei soggetti che ne fanno uso. Attualmente il CBD viene testato come farmaco antiepilettico per i bambini, ma vanta un utilizzo ancora più ampio. È in grado di neutralizzare il dolore, per questo viene usato come ingrediente negli integratori somministrati ai pazienti che soffrono di dolori cronici; grazie a queste proprietà antidolorifiche è efficace nei casi di infiammazioni e spasmi.
Il cannabidiolo è a tutti gli effetti un analgesico, in quanto agisce efficacemente sul CB1, un recettore presente nel sistema nervoso centrale. Ha dunque il potere di calmare il soggetto e di inibire gli stati di ansia causati dal disturbo post-traumatico e dal disturbo ossessivo compulsivo. L’aspetto interessante dell’utilizzo della cannabis legale è però quello della sua applicazione nella medicina psichiatrica, soprattutto quando si tratta di trattare patologie mentali gravi, come la schizofrenia e il disturbo bipolare.
Tra i due principi attivi presenti nella cannabis è sicuramente il cannabidiolo quello che vanta un utilizzo maggiore, persino nelle terapie contro le tossicodipendenze. Grazie a un olio a base di CBD oggi è possibile inibire il desiderio del fumo nei soggetti affetti da tabagismo. Attraverso l’inalazione di questa sostanza i pazienti sottoposti alla sperimentazione hanno manifestato una forte intolleranza alla nicotina, riducendo drasticamente il consumo di sigarette. Oltre al tabagismo il CBD sembra essere efficace nel trattamento di soggetti che manifestano dipendenza da oppiacei.