La Canapando Srls, a nome del suo rappresentante legale Alessio Amicone e di tutto il suo staff, intende esprimere tutto il suo disgusto e disapprovazione per le ben note dichiarazioni del Ministro Matteo Salvini rilasciate in data 8/05. Un’uscita pubblica apparsa molto più simile a un’aggressione e una minaccia per chi, come noi, opera da anni con grande professionalità, ma soprattutto nella piena legalità. Speriamo in un futuro quanto più vicino possibile di avere un interlocutore all’altezza, sicuramente più informato in materia di droghe dell’attuale Ministro dell’Interno. Sì, perché solo una persona ignorante, in primis perché non conosce la legge (la 242/2016) e le numerose sentenze della Cassazione, ma soprattutto perché non ha alcuna cognizione di una materia tanto sensibile per il suo dicastero come la lotta alle droghe, può vomitare una dichiarazione di tal genere. D’altronde paragonare nel 2019 la cannabis, in special modo quella light, a cocaina ed eroina se non è malafede è quanto meno una brutta figura.
Altro discorso merita invece la direttiva del Ministero dell’Interno, che, pur avendo un contenuto ben diverso dalla folle e illegittima richiesta di far chiudere tutti negozi che vendono cannabis light, mantiene comunque dei toni da caccia alle streghe. In linea generale, un maggior controllo sulle caratteristiche delle infiorescenze presenti in negozi come il nostro è auspicabile al fine di eliminare tutte quelle mele marce che, ritenendosi più furbe degli altri, mettono a disposizione infiorescenze con un contenuto di THC superiore ai limiti di legge. Questi soggetti, che a nostro avviso sono dei criminali, sono ancor più biasimabili in quanto gettono fango su un movimento e un settore che dopo lunghe e faticose lotte nei tribunali, nei media e nell’opinione pubblica in generale, hanno acquisito la legittimità e l’approvazione che meritano. D’altronde anche noi di Canapando abbiamo subito un sequestro della nostra merce. Lo scorso 24 gennaio 18 uomini della Polizia di Roma Capitale sono venuti nel nostro negozio nel quartiere Pigneto, ma, dopo meno di un mese, le infiorescenze dopo esser state debitamente controllate in laboratorio, sono state dissequestrate. Non solo, la Camera di Commercio ha anche ritenuto le nostre etichette conformi alla vendita al pubblico, cosa che ci rende ancora più orgogliosi e consapevoli della bontà del lavoro fin qui fatto.
Sperando che vengano tempi in cui chi prende le decisioni in questo paese abbia una conoscenza e una preparazione degna del ruolo che ricopre, continuiamo a fare quello che sappiamo fare meglio da tre anni a questa parte: lavorare. I tanti sacrifici, investimenti e progetti, non ultimi quelli dell’azienda agricola e di Canapando Lab2, ci hanno permesso fin qui di dimostrare a tutti professionalità e passione, lavorando nel pieno rispetto della legalità e sensibilizzando i nostri stakeholder sui grandi benefici di questa pianta, a dispetto della più facile e forse commercialmente più proficua retorica dello sballo.