Il CBD è in grado di combattere la dipendenza da eroina, riducendo le crisi di ansia e d’astinenza fino a sette giorni dopo la somministrazione di una dose. Sono questi i risultati emersi dallo studio di tre diversi ricercatori provenienti da tre differenti dipartimenti della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, in collaborazione con i colleghi della Mount Sinai Beth Israel Hospital. L’analisi, coordinata dallo studioso Yasmin Hurd, lascia poco spazio ai dubbi sugli effetti del CBD e la dipendenza da eroina; infatti, è lo stesso scienziato a dichiarare «L’intensità dell’astinenza e del desiderio è ciò che guida il consumo di sostanze. Se riuscissimo a ottenere un farmaco capace di mitigare questi impulsi, a quel punto sarebbe conseguentemente ridotta la possibilità di ricadute e di overdose».

La necessità di ottenere un farmaco in grado di contrastare l’astinenza causata dall’uso degli oppiacei è tanto più forte negli Stati Uniti dove, solo nel 2016, sono stati registrati 42.249 morti per overdose da eroina, con una media di 115 persone al giorno, ossia una persona ogni 12 minuti. Questa emergenza è scoppiata soprattutto a causa della facilità con cui è possibile prescrivere farmaci antidolorifici – quali l’Idrocodone, l’Ossicodone e il Fentanyl – che agiscono esclusivamente sul dolore e non sulla dipendenza.

IL TEST SU 42 SOGGETTI: SETTE GIORNI SENZA EROINA

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Lo studio del Dott. Yasmin Hurd, recentemente pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, potrebbe dare una svolta all’assunzione di questi medicinali. Il test ha preso in considerazione 42 adulti che hanno consumato eroina per

13 anni in modo quasi costante ed è stato impedito loro di farne uso durante le prove pratiche. I soggetti sono stati divisi in gruppi a cui sono stati somministrati, per tre giorni, 800 mg di CBD, 400 mg di CBD e il placebo Epidiolex, il primo farmaco a base di cannabis approvato negli Stati Uniti. Nelle successive settimane sono stati mostrati ai pazienti video rilassanti e immagini in cui veniva fatto uso di sostanze droganti, valutando i loro livelli di ansia: i dati hanno rilevato che una somministrazione continuativa di CBD è in grado di contrastare il desiderio di consumo da eroina fino a sette giorni dopo l’ultima dose.

I risultati ottenuti da questo esperimento potrebbero essere rivoluzionari per combattere definitivamente le ricadute nel tunnel della droga, tanto più che, come ha affermato lo stesso Hurd, il CBD «non dà dipendenza, non dà sballo, ma può aiutare davvero a ridurre il desiderio provocato dall’astinenza e dagli stati d’ansia: il CBD può realmente aiutare a salvare delle vite».

IL CBD AIUTA A SALVARE DELLE VITE: I RISULTATI

I risultati definitivi hanno dimostrato che, i soggetti che hanno ricevuto CBD da 800 mg e da 400 mg, hanno registrato una diminuzione del desiderio di due o tre volte rispetto alle persone che hanno assunto solo il placebo, senza particolari differenze rispetto alle quantità somministrate. Inoltre, i ricercatori, hanno rilevato una maggiore sicurezza

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nell’assunzione del CBD a lungo termine in quanto, a differenza degli antidolorifici tradizionali, questo non provoca effetti a livello cognitivo e, anzi, riduce significativamente il cortisolo, “l’ormone dello stress” spesso causa di ricadute.

E non è tutto. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of General Internal Medicine ha dimostrato che non solo il CBD è in grado di combattere le crisi di ansia e d’astinenza legate all’uso di eroina, ma può anche impedire lo sviluppo della dipendenza stessa. L’uso costante della cannabis light riduce del 7% l’assunzione di oppiacei, del 5% l’assunzione di oppioidi e del 4% l’assunzione di oppioidi ad alto rischio: questo studio è stato avvalorato anche dall’analisi dei dati di vendita nei Paesi in cui la cannabis light è stata legalizzata, che hanno dimostrato come, prescrizioni e dosi dei farmaci antidolorifici siano scese drasticamente.