La proposta di legge presentata da un gruppo di cittadini che chiedevano di regolamentare il consumo, la produzione e la vendita di Cannabis a scopo ricreativo, ha ottenuto il via libera del Parlamento sammarinese mercoledì 18 settembre anche grazie alla crisi di governo che si sarebbe poi risolta a notte fonda. Al momento della votazione in aula erano presenti solo 33 consiglieri sui 58 previsti e la mozione è passata con 18 voti favorevoli (13 i contrari e 2 gli astenuti), innescando così un percorso parlamentare che potrebbe portare, in pochi mesi, a cambiare il volto di “Uno degli Stati con le politiche più proibizionistiche in Europa in materia di cannabis”.
La legislazione vigente nella piccola Repubblica non fa alcuna distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, così come non la fa tra uso personale e spaccio. La scelta di sperimentare questo tipo di business va di pari passo con la necessità dello Stato di ammortizzare un sempre crescente debito pubblico che potrebbe risolversi anche grazie al turismo derivante da questo cambiamento.
San Marino come Amsterdam e USA: Dispensaries e Coffee Shops
San Marino quindi si starebbe avviando verso una svolta epocale visto che, fino ad ora, l’unica riforma sulla cannabis studiata dalle autorità sammarinesi riguardava l’introduzione della cannabis a scopo esclusivamente terapeutico. L’Istanza d’Arengo presentata dal gruppo di
cittadini – uno dei tre istituti di democrazia diretta previsti nell’ordinamento della Repubblica di San Marino (oltre al referendum e l’iniziativa di legge popolare) – invece, estende la regolamentazione anche scopo ricreativo con una quantità massima per l’uso personale (indicativamente circa 30 grammi) e consente la produzione, la lavorazione e la trasformazione, oltre che l’autoproduzione all’interno della propria residenza, fino a quattro piante. Per la vendita, sono stati previsti dei negozi dedicati, “sul modello dei cannabis Dispensaries Statunitensi”, e locali destinati alla vendita ed al consumo sul posto, come nei Coffee Shops olandesi.
Nelle premesse dell’Istanza, oltre a riportare studi che dimostrano come il consumo di cannabis sia meno dannoso rispetto a quello di alcol e tabacco, i proponenti parlano di un totale fallimento delle politiche di repressione, citando una relazione del 2015 della Direzione Nazionale Antimafia; questa sottolinea come le scelte punitive non abbiano fatto altro che spostare il mercato delle sostanze stupefacenti nelle mani delle organizzazioni criminali, impiegando più del dovuto le forze di polizia.
Le ragioni economiche e sociali di San Marino
L’aspetto economico è quello alla base della proposta: “Sono interventi che possono cambiare il volto del nostro paese”, sostiene Ciavatta, Consigliere del Movimento Rete che ha appoggiato la richiesta. “Molti oppositori, al paragone con Amsterdam, ne parlano come fosse un modello da evitare: io il benessere di Amsterdam lo prenderei molto volentieri. La nostra situazione finanziaria è disastrosa, ben vengano sperimentazioni in grado di portare
lavoro e crescita”.
Su questo tema sarà necessario ovviamente un confronto con l’Italia e Ciavatta dichiara : “Non possiamo fare i banditi come in passato. C’è un reciproco interesse a collaborare: dall’Italia arriverebbe ovviamente la maggioranza dei consumatori e, nell’indotto creato dal nuovo settore, troverebbero lavoro anche tantissimi italiani”.
Un altro dato interessante riguarda San Marino come posto ideale dove cominciare una sperimentazione: “È vero, siamo uno dei paesi occidentali con le norme più stringenti in materia, ma la nostra struttura rende semplice anche cambiamenti legislativi così radicali. A San Marino vivono 33mila persone: con questi numeri, dare il via a una sperimentazione qui è più semplice rispetto ai grandi paesi, e se qualcosa non funziona, un’interruzione sarebbe meno dannosa”.
A questo punto bisognerà attendere una risposta dell’esecutivo, che cambierà dopo le elezioni dell’8 dicembre a causa dello scioglimento del Consiglio, ma che avrà comunque l’obbligo di rendere attuativa l’Istanza.