Cannabis pro e contro: quanto hanno ragione i media? O meglio, hanno ragione? Negli ultimi tempi, a seguito della salita di alcuni personaggi di dubbia istruzione culturale, il tema riguardante la legalità e l’illegalità della marijuana è tornato alla ribalta, decretando, senza neanche un documento alla mano, che “la cannabis è droga, è morte”. Nel nostro articolo riguardante le leggi retrograde italiane, vi abbiamo già parlato dell’attuale situazione nel nostro Paese per cui coltivare cannabis “illegale” porta alla prigionia.
Come siamo arrivati a questa situazione? Qual è stato l’evento scatenante?
Ebbene sì, questo proibizionismo non è proprio del nostro Paese: prima dell’avvento della Repubblica, la cannabis era considerata una risorsa primaria, tanto più che l’Italia presentava il clima ideale per la sua coltivazione.L’evento scatenante è quindi da ricercarsi nell’ingresso degli americani negli affari interni, un evento che deve essere obbligatoriamente associato anche alla loro storia. Quindi partiamo da qui.
Marijuana pro e contro: la storia di Victor Licata
Siamo nel dopoguerra in America e il senatore Harry Anslinger è stato posto a capo del Dipartimento di Proibizionismo di Washington. Il suo primo compito fu quello di diminuire il potere della criminalità organizzata legalizzando gli alcolici, fino ad allora, proibiti. Preso però dalla paura di scatenare una rivolta, Anslinger sostituì un divieto con un altro, vietando l’uso della cannabis fino ad allora pienamente integrata nella società. Gli effetti THC vennero amplificati, la marijuana divenne la causa della rabbia delirante fino alla pazzia.
Quali prove aveva in mano Harry Anslinger? Nessuna! Come fece quindi a convincere la popolazione che stava dicendo il vero? Con il caso Victor Licata, giovane ragazzo della Florida che uccise la sua famiglia a colpi di ascia. Il caso divenne subito l’esempio da perseguire per dimostrare gli effetti cannabinoidi sulle persone, benché il ragazzo non avesse mai fatto uso di cannabis, né c’erano test che ne dimostrassero la correlazione.Anzi, anni dopo l’evento scatenante, si scopri che Anslinger si era rivolto a ben dieci dottori per dimostrare la sua tesi e nove di questi l’avevano confutata. Anslinger si servì dell’unico scienziato – incompetente – per proseguire la sua battaglia, chiedendo agli Stati esteri di perseguire la sua idea.
Con l’alleanza atlantica molti Stati, come l’Italia, portarono avanti questo credo, nascondendo sotto la sabbia altre e vere motivazioni.
Il potenziale della canapa: tutto quello che può fare
Determinato quindi che il “contro” è frutto di una demonizzazione orchestrata ad hoc per salvaguardare una poltrona, si può facilmente comprendere come siano i pro i veri fattori della demonizzazione.
Se vi dicessimo che Henry Ford nel 1941 aveva progettato l’Hemp Body Car, una macchina interamente in plastica derivata con etanolo di canapa?E se vi dicessimo che accadde nello stesso periodo in cui l’Industria petrolchimica si stava affermando come potente risorsa economica in tutti gli Stati? È facile comprendere il perché questa notizia non venne diffusa.
Se vi dicessimo che la canapa potrebbe risollevare gli Stati più poveri poiché le sue proprietà dipendono dalla zona di coltivazione che è particolarmente fervente con la vicinanza all’equatore? Che potrebbe favorire il disinquinamento ecologico, poiché la sua biomassa è quattro volte maggiore a quello di una superficie boschiva? Se vi dicessimo che potrebbe rivoluzionare l’attuale settore delle fibre sintetiche e che, anzi, un tempo era ampiamente utilizzato come additivo salutistico per lenzuola e jeans? Che può ridurre i dolori femminilie, addirittura, bloccare le crisi epilettiche, capireste il perché è stata demonizzata?
Non ci dilunghiamo oltre con le domande, ma vi diamo delle risposte chiare: è il pro, della canapa il vero motivo per cui è illegale, è il fatto che il suo solo uso risolleverebbe in poco tempo l’economia, salverebbe l’ambiente e migliorerebbe la salute. Ma a quale costo? Ad un prezzo irrisorio! E questo, come sappiamo ormai, non piace ai potenti che invece perpetrano condizioni dannose con il solo scopo di guadagnare di più ai danni del cittadino, anzi, dell’intera umanità.