Autismo: l’uso di Cannabis migliora la qualità della vita?

La continua e movimentata ricerca sulla cannabis non accenna ad arrestarsi. A dimostrarlo è il nuovo studio pubblicato sulla rivista americana Pharmaceuticals il quale descrive come il CBD possa alleviare i sintomi del disturbo dello spettro autistico, migliorando la qualità della vita di chi ne soffre.

Ma vediamo insieme nel dettaglio le dinamiche della ricerca. 

Autismo: cos’è e come il cbd può aiutare chi ne soffre

L’autismo è una condizione degenerativa che colpisce il neurosviluppo del bambino, e che si palesa attraverso delle difficoltà nella comunicazione interpersonale.  Ad esempio, i sintomi del disturbo autistico ad alto funzionamento sono difatti caratterizzati da un’accentuata necessità di comportamenti e routine ripetitivi, espressione di un mondo interno che, per chi ne soffre, è relegata all’ineffabile.  

L’autismo non è un disturbo uniformato, ma porta in seno un ampio novero di sintomi e differenze: da un’accentuata sensibilità agli input sensoriali a problemi di regolazione emotiva, fino a condizioni di crisi epilettiche.

Secondo le stime attuali, 1 persona su 36 della popolazione mondiale patisce il disturbo dello spettro autistico. Tuttavia, nonostante l’ampia popolazione affetta dal disturbo, esistono poche opzioni terapeutiche per i soggetti ci convivono quotidianamente.

Questo studio fa seguito a ricerche precedenti che suggerivano che la cannabis potesse giovare alla comunicazione sociale e alla qualità di vita degli autistici. Ciò è stato infatti possibile grazie a un esperimento scientifico precedente, il quale dimostrava quanto una terapia a base di cannabis potesse migliorare la qualità della comunicazione sociale tra i topi. Ma accade lo stesso per gli esseri umani?

CBD, autismo e comunicazione sociale

Dalla sperimentazione sui topi agli esseri umani, il passo è breve. Un studio umano su individui autistici ha infatti rilevato quanto una terapia composta da trattamenti ad estratto di cannabis abbia condotto a miglioramenti nella comunicazione sociale e nella qualità della vita. 

Inoltre, il campione di soggetti sottoposti alla sperimentazione ha registrato una riduzione significativa di fattori quali crisi, disagio in spazi affollati e rumorosi e scarso appetito. 

L’esperimento ha evidenziato quanto il consumo di CBD possa potenzialmente migliorare la qualità della vita del 95% dei casi, con un miglioramento della comunicazione, invece, nell’85% dei casi.

Da cosa è dovuto?

Alcuni studiosi ipotizzano che a monte di tali benefici, vi è la capacità della cannabis di attivare il sistema endoccanabinoide, ossia dei recettori nel nostro cervello deputati alla regolazione di bisogni quotidiani (es. rilassamento, appetito ecc). Nel caso dello spettro dell’autismo, ciò si rivela di fondamentale importanza, in quanto è stato riscontrato che le persone autistiche hanno livelli più bassi di endocannabinoidi naturali ad attivare questo sistema. 

Quando gli endocannabinoidi sono carenti, i cannabinoidi presenti nella cannabis possono essere in grado di integrarli per aiutare ad attivare il sistema endocannabinoide e migliorare la disfunzionalità derivante da tale carenza.

L’esperimento 

Durante l’esperimento citato nell’introduzione di questo articolo, a un campione di 30 volontari autistici, in età compresa tra i 5 e i 18 anni, è stata somministrata una dose giornaliera di CBD per 6 mesi in sincronia con valutazioni cliniche e assistenziali dei pazienti, prima e dopo il periodo stabilito.  

I risultati hanno evidenziato miglioramenti significativi nelle capacità comunicative, nell’attenzione, nell’apprendimento, nel contatto visivo e nell’irritabilità, oltre a miglioramenti della qualità della vita in generale.

Gli autori hanno concluso che i loro risultati suggeriscono che il CBD può essere un’opzione sicura ed efficace per il trattamento dei sintomi dello spettro autistico 

Pur essendo risultati promettenti, quest’ultimi sono limitati dalle formalità proprie del progetto di ricerca per poter assumere le sembianze di verità inoppugnabile. Una cosa è tuttavia certa: questa ricerca si aggiunge ad altri piccoli tasselli che comprovano quanto il CBD non sia una realtà da temere, ma da abbracciare per un progresso degno di essere chiamato tale. 

 

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Fonti di riferimento 

1. https://www.forbes.com/sites/emilyearlenbaugh/2024/05/30/study-finds-cbd-from-cannabis-may-improve-autistic-quality-of-life/ 

2. https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/can.2015.0008 

3. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10475955/