CANNABINOIDI: TEMPI DI PERMANENZA E TEST

Oggigiorno è oramai di dominio pubblico che cosa sia la specie Cannabis sativa L., così come io suoi molteplici effetti sulla salute umana e animale. La Cannabis contiene molti composti chimici in grado di interagire con l’organismo, chiamati per l’appunto Cannabinoidi, di cui alcuni sono dotati di attività psicotropa, tra i quali il principale è il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC). L’organismo è in grado di metabolizzare il THC in alcuni metaboliti inattivi (ad es. THC-COOH detto 11-nor-carbossi- delta-9-tetraidrocannabinolo) che permangono all’interno dello stesso per un periodo di tempo maggiore rispetto alla molecola THC intatta. Per questo motivo la maggior parte dei test rileva la presenza di THC-COOH o di altri metaboliti eliminati con le urine. Altri test sono in grado di rilevare anche i composti attivi, come il THC, soprattutto nel caso in cui vengano utilizzati per i campioni di sangue o saliva. Altri cannabinoidi, compreso il cannabidiolo (CBD), sono meno frequentemente inclusi nel test per la marijuana.

TEST DI RILEVAZIONE CANNABINOIDI

Test urinari

Il test per la rilevazione delle sostanze considerate illegali come THC e altro, su campione di urina può essere eseguito ambulatorialmente o presso un laboratorio clinico di riferimento. Il POCT (poit-of- Care-test) disponibili sono in genere costituiti da piccole strisce da inserire all’interno del campione di urina, il cui risultato deve essere interpretato in base alla presenza/assenza di bande colorate.

I test di screening, se positivi, richiedono l’esecuzione di test di conferma per l’alta percentuale di risultati falsamente positivi possibili. I test di conferma sono più specifici dei test di screening e vengono di solito eseguiti utilizzando uno strumento chiamato spettrometro di massa accoppiato alla gas cromatografia (GS/MS) o alla cromatografia liquida (LC-MS/MS).

Inoltre spesso vengono eseguiti ulteriori test per verificare la presenza di adulteranti, ossia sostanze chimiche in grado di alterare il risultato del test o acqua e ammoniaca. Nel caso in cui sia sospettata un’adulterazione, il risultato del test verrà considerato come invalido e lo stesso dovrà essere ripetuto.

Come per altri tipi di esami, sia lo screening che i test di conferma devono essere interpretati confrontando il risultato con un limite soglia (cut-off) prestabilito (ad esempio 50 ng/mL per i campioni di urina). Nel caso in cui il risultato del test riporti valori negativi o comunque inferiori al cut- off, si dovrà riportare sul referto o “non rilevabile”, o “assente” o “negativo”. Nel caso in cui il risultato sia uguale o superiore al valore soglia, sul referto potrà comparire o “rilevabile”, o “presente”, o “presunto positivo” o “positivo”.

Nel caso in cui una persona risulti positiva ai test di screening (o test di primo livello) allora è probabile che abbia assunto THC o derivati della cannabis. La positività ai test di screening però deve essere verificata tramite esami di conferma, caratterizzati in genere da una maggiore specificità. La positività al test di conferma indica che la persona sottoposta al test presenta nel proprio organismo THC o THC-COOH, ma non fornisce informazioni circa le modalità di assunzione.

Il test eseguito su campioni di urina non può essere usato per determinare la fonte del THC o dei suoi metaboliti, il tempo di esposizione, la quantità o lo stato di alterazione della persona.

Un risultato negativo non significa necessariamente che la persona sottoposta al test non faccia uso di THC; e quest’ultimo, qualora rilevato, potrebbe essere presente a concentrazioni tali da non essere rilevato o essere già stato eliminato dall’organismo.

Il periodo di tempo durante il quale il THC risulta rilevabile dopo l’assunzione viene definito “finestra di rilevamento” e dipende dal metabolismo dell’individuo, la dose e la frequenza dell’uso. Il test può essere in grado di rilevare l’assunzione avvenuta da 3 giorni fino a 30 giorni prima l’esecuzione del test. Gli utilizzatori cronici di marijuana possono risultare positivi al test anche per periodi maggiori di 30 giorni dall’ultima assunzione.

Test Salivari

Il test rapido di identificazione salivare di THC, attualmente utilizzato in Italia con il principio di tolleranza 0”, non risulta ad oggi un reale metodo attendibile di indagine soprattutto se identificato come unico metodo.

Il primo, sostanziale, problema della tolleranza zero è che non ha alcun legame con la sicurezza stradale; è ormai scientificamente provato che valori (ematici) fino a 5 ng/ml possono essere trovati in sangue di fumatori abituali (come chi usa cannabis medica) anche a seguito di 24 ore di

astinenza, mentre tracce (2 ng/ml) di THC possono essere evidenziate fino a 6 giorni dopo aver fumato. Benchè questi dati non si riferiscono alle concentrazioni salivari di THC rendono, comunque,

un’idea abbastanza chiara di quanto possano essere poco attendibili, in riferimento alle capacità psicofisiche di guida, i test relativi alle concentrazioni dei cannabinoidi.

A questo bisogna aggiungere che il test salivare dà un risultato positivo a partire da concentrazioni salivari molto basse (12 ng/ml se si utilizza SCREEN CUP 1-10-S), tenendo conto che i test salivari dimostrano fino al 25.5% di sensibilità (con cut-off di 100 ng/ml, sensibilità che sale al 75,7% con cut- off a 5 ng/ml) per concentrazioni di THC ematico di 2 ng/ml (che ricordiamo essere un valore più basso di quello che potrebbe alterare le condizioni psicofisiche alla guida come una concentrazione di alcol di 5‰). 

Tempi di permanenza di CBD/THC

I cannabinoidi somministrati per inalazione mostrano una farmacocinetica simile a quelli somministrati per via endovenosa. Dopo l’inalazione, le concentrazioni plasmatiche di picco sia di THC che di CBD vengono raggiunte rapidamente (entro 3-10 minuti) e le concentrazioni massime sono più elevate rispetto all’ingestione orale. La biodisponibilità del THC dopo l’inalazione varia dal 10% al 35%, attribuibile alla variabilità (sia intra‐ che inter-soggetto) delle caratteristiche inalatorie (numero, durata e intervallo degli sbuffi, tempo di trattenimento del respiro, volume di inalazione), dispositivo inalatorio, dimensione delle particelle inalate e sito di deposizione all’interno del sistema respiratorio. È stato riportato che il CBD inalato ha una biodisponibilità sistemica media del 31% e un profilo concentrazione plasmatica-tempo simile a quello del THC.

Il fumo è la via più comune di somministrazione della cannabis ricreativa. È stato osservato che la concentrazione massima di THC e l’area sotto la curva (AUC) sono maggiori nei fumatori abituali rispetto ai fumatori occasionali, il che è probabilmente dovuto al fumo più efficiente da parte dei fumatori abituali.

THC e CBD sono entrambi altamente lipofili e hanno una scarsa biodisponibilità orale (stimata fino al 6%). Le formulazioni orali di THC mostrano un assorbimento variabile e subiscono un ampio metabolismo epatico di primo passaggio, con conseguente concentrazione di picco plasmatico di THC inferiore rispetto all’inalazione e un ritardo più lungo (~120 minuti) per raggiungere la concentrazione di picco. Dopo la somministrazione orale di CBD, è stato osservato un profilo concentrazione plasmatica-tempo simile a quello del THC orale. Sulla base di questo profilo, le formulazioni orali possono essere utili per i pazienti che necessitano di sollievo sintomatico per un periodo più lungo.

le stime dell’emivita (tempo di permanenza) di eliminazione del THC variano. Un modello farmacocinetico di una popolazione ha descritto un’emivita iniziale rapida (circa 6 minuti) e un’emivita terminale lunga (22 ore), quest’ultima influenzata dall’equilibrio tra i compartimenti di stoccaggio dei lipidi e il sangue.

Nei consumatori assidui si osserva un’emivita di eliminazione relativamente più lunga, attribuibile alla lenta ridistribuzione dai compartimenti profondi come i tessuti adiposi. Di conseguenza, concentrazioni di THC >1 μg l–1 possono essere misurabili nel sangue dei consumatori abituali più di 24 ore dopo l’ultimo consumo di cannabis.

È stato anche riportato che il CBD ha una lunga emivita di eliminazione terminale, con un’emivita media dopo somministrazione endovenosa osservata di 24 ± 6 ore e quella post-inalazione di 31 ± 4 ore 21. Uno studio sulla somministrazione orale giornaliera ripetuta di CBD ha provocato un’emivita di eliminazione compresa tra 2 e 5 giorni.

Di seguito, inoltre, sono riportati i tempi di permanenza delle varie tipologie di sostanze stupefacenti nella saliva e nelle urine al fine di fare ulteriore chiarezza.

Solitamente i dati sotto riportati, sono approssimativi per ogni tipo di sostanza in quanto variano in base alla frequenza d’uso, alla massa corporea, all’età, allo stato di salute e alla tolleranza alle sostanze stupefacenti stesse.

Droga

Cut – off level

limite di concentrazione definito in maniera convenzionale per stabilire la negatività o la positività di un campione.

Tempi di permanenza nelle urine

Amfetamine (AMP)

1,000 ng/mL

2 – 4 giorni

Barbiturici (BAR)

300 ng/mL

4 – 7 giorni

Benzodiazepines (BZO)

300 ng/mL

3 – 7 giorni

Cocaina (COC)

300 ng/mL

2 – 4 giorni

Ecstasy (MDMA)

500 ng/mL

1 – 3 giorni

Metadone (MTD)

300 ng/mL

3 – 5 giorni

Metamfetamine (MET)

1,000 ng/mL

3 – 5 giorni

Oppiacei (MOR)

300 ng/mL

2 – 4 giorni

Oppiacei (OPI)

2,000 ng/mL

2 – 4 giorni

Phencyclidine Polvere d’Angelo (PCP)

25 ng/mL

7 – 14 giorni

Cannabis (THC)

50 ng/mL

15 – 30 giorni

Tricyclic Antidepressant (TCA)

1,000 ng/mL

7 – 10 giorni

Propxyphene (PPX)

300 ng/mL

1 – 2 giorni

Oxycodone (OXY)

100 ng/mL

2 – 4 giorni

Amfetamine (AMP300)

300 ng/mL

2 – 4 giorni

Cocaina (COC 150)

150 ng/mL

2 – 4 giorni

Metamfetamine (MET500)

500 ng/mL

3 – 5 giorni

CONCLUSIONI

In Italia sono attualmente disponibili vaire infiorescenze di Cannabis, due prodotte presso lo Stabilimento chimico militare di Firenze, per uso medico e chiamate Cannabis FM1 (disponibile dal 2018) e Cannabis FM2 (disponibile dal 2016). La prescrizione di cannabis è concessa per il trattamento di vari disturbi che vanno dalla semplice emicrania, dolore articolare, ecc. alla patologia più rilevante quale: Parkinson, conseguenze inerenti alla chemioterapia, Alzheimer, ecc.

Qualsiasi farmaco o sostanza contenente THC può essere rilevato tramite il test. Purtroppo tali test non hanno la facoltà di determinare il tempo esatto di utilizzo della sostanza, e nemmeno il grado di coscienza e lucidità del soggetto esaminato, in virtù del fatto che tale sostanza viene rilevata anche a distanza di 30gg dall’ultimo utilizzo. Inoltre, a questa osservazione si aggiunge che livelli di THC ematico di 1,3- 6,3 ng/ml sono rilevabili in non fumatori che abbiano frequentato ambienti dove altri soggetti stanno consumando cannabis, (fumo passivo) il che attribuirebbe una colpa sostanzialmente inesistente ad un innocente.

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