Come stiamo vedendo con le nostre analisi sui terpeni, solo analizzando gli odori della Cannabis abbiamo riscontrato infinite proprietà curative legate alla pianta, ma la cannabis non è solo questo. Non è solo fumo nell’accezione più comune del termine, è anche fibra tessile, bioplastica, carburante, cosmetica, medicina: è praticamente presente in ogni ambito dell’economia del futuro, eppure non viene considerata in nessun piano di gestione della crisi economica che piomberà sull’Italia al termine di questo periodo di emergenza sanitaria.
Le costanti invettive politiche, le voci false che negli ultimi tempi sono tornate a circolare e il vergognoso trattamento riservato ai rivenditori di Cannabis Light hanno provocato la messa a tacere di un’importante verità: la legalizzazione della cannabis, oggi, potrebbe davvero curare l’Italia.
Questa affermazione non è una frase fatta, come accade spesso nei discorsi di qualche politico di turno, ma è un’asserzione comprovata da basi e fondamenti scientifici riportati sia sul portale Cannabis For Future, sia nelle parole del professore del CNR, Piero David.
Le tre motivazioni e le applicazioni nella nuova economia
Secondo quanto annunciato dagli esperti, quello che ci aspetta all’orizzonte è una situazione economica post-bellica. Parliamo quindi di un periodo di grave crisi che non può essere risolto con nuove imposte ai danni dei cittadini, ma solo con misure innovative e coraggiose: prima fra tutte, l’inserimento della cannabis in un piano di risoluzione economica. Andiamo infatti nel dettaglio dei meccanismi che porterebbero la cannabis sul gradino più
alto del podio “Salva Italia”.
Primo: la cannabis porterebbe alla creazione di nuovi benefici fiscali e posti di lavoro.
Secondo le stime effettuate proprio dal professore Piero David, l’apporto economico della cannabis si aggirerebbe intorno ai 6-9 miliardi di euro l’anno, che vanno collegati a un gettito fiscale compreso tra i 5 e gli 8 miliardi di euro e ad un risparmio economico di 770 milioni di euro tra spese di mantenimento dell’ordine pubblico e detenzione per spaccio. Insieme a questo vantaggio è subito possibile registrare un aumento dei posti di lavori, circa 345mila secondo le prime stime, che sono state messe a rapporto con la medesima situazione oltreoceano dove, la legalizzazione del mercato della cannabis, ha comportato fin da subito la creazione di 244mila nuovi posti di lavoro.
Secondo: la legalizzazione sarebbe una risposta netta contro la criminalità organizzata.
La legalizzazione delle droghe sarebbe la risposta definitiva alle organizzazioni criminali che perderebbero una fetta di introiti non indifferente, come afferma anche la Direzione Nazionale Antimafia. Inoltre, l’esperienza oltreoceano ci dimostra che la legalizzazione non comporta un aumento dell’impiego della cannabis ma, anzi, una sua diminuzione al consumo giovanile del 10%.
Terzo: la cannabis potrebbe rivoluzionare la medicina e altri campi.
Come già ribadito dall’OMS: la cannabis deve essere riclassificata per un uso terapeutico. Tutte le ricerche e analisi, infatti, si muovono oggi in questa direzione, dimostrando anche che, la mancanza di una regolamentazione, provoca un’altrettanta assenza di cure mediche alternative per chi potrebbe evitare l’uso di prodotti di natura chimica. E non solo. Come anticipato, la cannabis è in moltissimi ambiti: dal campo vestiario a quello del carburante e il suo costo è decisamente più basso rispetto ai materiali abitualmente utilizzati. Possiamo applicarla nell’edilizia, in sostituzione alla carta, in campo gastronomico, nella cosmetica o, addirittura, nella fitodepurazione.
Come e quando introdurre la cannabis in un decreto
La risposta a questa domanda è piuttosto semplice: ora. Non c’è bisogno di vedere il sopraggiungere della crisi economica per prendere atto che è necessario attuare immediatamente e tempestivamente delle misure preventive per il risanamento monetario. Oltreoceano, il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha già inserito la cannabis tra le future misure economiche e anche il governo italiano dovrebbe farlo.
Oggi è necessario un tempestivo cambio di rotta rispetto a un pensiero infondato e fuorviante,
bisogna avviare un’informazione consapevole sull’argomento che porti alla presa di coscienza della popolazione sui reali effetti della cannabis.
È il momento di passare da «la cannabis è droga» a «la cannabis ha proprietà curative e potrebbe risanare la nostra economia» e bisogna farlo ora.