Cannabis e l’America di Trump: cosa aspettarsi nel 2025

La recente elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti porta l’industria americana della cannabis ad un bivio. Nonostante la crescente accettazione sociale e legislativa della cannabis, sia per uso medico che ricreativo, la legalizzazione federale resta un obiettivo non ancora raggiunto. Il ritorno del Tycoon alla Casa Bianca per un secondo mandato, solleva interrogativi cruciali per il futuro della cannabis americana. Questo perché Trump ha storicamente assunto posizioni ambigue in merito, alternando supporto per i diritti degli stati a una retorica dura sulle droghe. 

Ma quali prospettive si aprono per l’industria della cannabis nei prossimi anni? 

Scopriamolo insieme in questo articolo. 

 

La riclassificazione della cannabis

Uno degli sviluppi più attesi per il 2025 è la possibile riclassificazione della cannabis nell’ambito del Controlled Substances Act (CSA). Attualmente la cannabis è inserita nella tabella I delle sostanze, la stessa di cui fanno parte droghe pesanti. Nel 2024 l’amministrazione Biden ha proposto una riclassificazione della cannabis, con relativo inserimento nella Tabella III, alle cui sostanze che ne fanno viene attribuita una bassa capacità di sviluppare una dipendenza psico-fisica. 

Se questa proposta, attualmente oggetto di un processo di revisione da parte della DEA (Drug Enforcement Administration), venisse accettata dall’amministrazione di Trump, si eliminerebbero alcuni ostacoli normativi che intralciano la crescita dell’industria della cannabis, tra cui il famigerato Codice 280E dell’IRS, che impedisce alle aziende che commerciano sostanze rientranti nella Tabella I di detrarre le spese aziendali. Questo cambiamento ridurrebbe i costi operativi per le imprese e favorirebbe la crescita economica dell’industria. Tuttavia, il processo di riclassificazione è lungo: dopo un’udienza iniziale a dicembre 2024, le testimonianze sono programmate fino a marzo 2025, con una decisione finale prevista per la seconda metà dell’anno.

 

Trump e la cannabis: tra supporto e ambiguità

Trump ha da sempre sostenuto il diritto degli stati di decidere le proprie politiche sulla cannabis, un principio che offre speranze per la continuità della regolamentazione statale. Tuttavia, la sua nuova amministrazione presenta sfide e incertezze.

Le nomine di Trump per posizioni chiave, potrebbero difatti influenzare significativamente il futuro della cannabis. Pam Bondi, nominata Procuratore Generale, ad esempio, è una nota oppositrice della legalizzazione. Allo stesso modo, il nuovo capo della FDA, Marty Makary, ha espresso riserve sulla cannabis, definendola una “droga di passaggio”. Queste figure potrebbero ostacolare le riforme federali, mantenendo la cannabis in una zona grigia normativa.

 

Il Congresso e la legislazione sulla cannabis

Con i Repubblicani al controllo delle tre branche del governo, le riforme sulla cannabis potrebbero seguire un approccio più graduale e conservatore. Tuttavia, la cannabis rimane uno dei pochi temi con consenso bipartisan, e alcune proposte legislative potrebbero trovare spazio anche in un ambiente politico ostile come quello prospettato dalla prossima amministrazione Trump.

Al momento, le leggi in sospeso da tenere d’occhio negli USA sono:

  1. SAFER Banking Act: Questa legge mira a fornire alle aziende di cannabis accesso ai servizi bancari, riducendo il rischio legato all’uso di contante e facilitando gli investimenti. È già stata approvata dal Senato Banking Committee nel 2023 e potrebbe essere ripresentata nel 2025.
  2. States Reform Act: Questa proposta deschedulerebbe la cannabis, introdurrebbe una tassa di accisa e rilascerebbe i detenuti per reati non violenti legati alla cannabis.
  3. STATES 2.0 Act: Questa legge garantirebbe che le leggi federali non interferiscano con le normative statali sulla cannabis.

Oltre alla legislazione, diverse cause legali in corso nel 2025 potrebbero ridefinire le regole del gioco per l’industria della cannabis. Uno dei temi principali è l’applicazione della Dormant Commerce Clause (DCC), che vieta agli stati di adottare politiche che ostacolino il commercio interstatale. Gli altri casi giudiziari che hanno avuto risonanza nei media sono:

  1. Variscite NY Four LLC v. New York State Cannabis Control Board: Questo caso riguarda l’accusa che il sistema di licenze di New York favorisca ingiustamente gli imprenditori locali rispetto a quelli fuori stato.
  2. Jensen v. Maryland Cannabis Administration: Un caso simile che sfida le leggi sulle licenze in Maryland.
  3. Peridot Tree WA Inc. v. Washington State Liquor & Cannabis Control Board: In questo caso, il sistema di licenze di Washington è accusato di discriminare gli imprenditori fuori stato.

Un’eventuale decisione favorevole ai querelanti potrebbe aprire il mercato della cannabis a operatori interstatali, sconvolgendo le dinamiche attuali.

 

L’impatto della presidenza Trump sui mercati statali

Mentre l’approccio federale di Trump resta incerto, i mercati statali continuano a guidare la crescita del settore. Attualmente, 24 stati hanno legalizzato l’uso ricreativo della cannabis, e altri sono in procinto di unirsi alla lista nel 2025.

Trump ha ripetutamente espresso sostegno al principio dei “diritti degli stati”. Questo potrebbe offrire una certa protezione ai mercati esistenti, garantendo che le imprese continuino a operare senza interferenze federali. Tuttavia, molto dipenderà dalla linea adottata dal Procuratore Generale e dalla DEA.

Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per l’industria della cannabis negli Stati Uniti. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, il settore potrebbe assistere a riforme significative, come la sopracitata riclassificazione della cannabis e l’approvazione del SAFER Banking Act. Tuttavia, l’opposizione politica e le nomine chiave della sua amministrazione rappresentano ostacoli importanti.

Tuttavia le opportunità di crescita e normalizzazione del settore rimangono tangibili. La cannabis è a un bivio, ma il potenziale per un futuro più stabile e prospero è ancora alla portata.

Visita il nostro sito. Clicca qui.

Acquista la nostra cannabis light 100% made in Italy. Clicca qui.

Scopri anche tutti i nostri prodotti per il consumo, alimenti al CBD e gadget. Visita il nostro shop online.