Chi non si è mai chiesto se sono meglio cime coltivate indoor o outdoor?
Premesso che bisognerebbe preoccuparsi più della qualità dell’infiorescenza, piuttosto che del metodo di coltivazione, questa è una domanda la cui risposta non potrà mai essere univoca.
Nella nostra azienda poco fuori Roma coltiviamo la stragrande maggioranza delle piante in greenhouse: un ottimo compromesso per sfruttare la naturale e preziosa luce del sole a e allo stesso tempo controllare il più possibile la corretta crescita delle piante.
Ma sperimentare e sfruttare tutte le possibilità delle moderne tecniche di coltivazione, ma soprattutto la curiosità di vedere come potessero rendere le genetiche da noi selezionate in un contesto iper-controllato come può essere la crescita indoor, ci ha permesso di toccare con mano quante e quali sono le differenze sullo sviluppo dello stesso fenotipo.
All’esterno le cime tendono a crescere maggiormente, nell’indoor invece si hanno maggiori tricomi e resina.
Inoltre, le piante stesse diventano più massicce e producono rese fino a dieci volte superiori rispetto agli esemplari coltivati indoor.
A dispetto di una cima più piccola però, un maggior tempo di illuminazione e un miglior apporto di nutrienti permette alle cime indoor solitamente di avere un maggior numero di tricomi e quindi di resina. Non solo, la mancata esposizione diretta alla luce del sole e agli agenti atmosferici permette alla cima di rimanere intatta e di vestirsi di quel verde, chiaro e brillante, che risulta magnetico per i nostri occhi.
Anche il sapore può dipendere dal tipo di coltivazione: tutto dipende dalle proporzioni di sostanze fitochimiche contenute nelle piante.
Sebbene i riflettori siano quasi sempre puntati su THC e CBD, ci sono anche molti terpeni che si legano ai recettori dei cannabinoidi agendo in perfetta sinergia con i cannabinoidi ed alterando gli effetti di una cultivar (attraverso l’effetto entourage). Senza andare a comparare l’effetto in base a quantità maggiori o minori di CBD, bisogna sottolineare come dalla nostra esperienza sia la gamma terpenica a cambiare.
Le nostre analisi hanno dimostrato infatti come, sebbene i terpeni di una determinata genetica rimangano gli stessi, sono le rispettive quantità sviluppate indoor a far cambiare le proporzioni e rapporti terpenici per un profumo e una nota gustativa che spesso riescono a intensificarsi.
Ecco quindi che la stessa pianta coltivata indoor o outdoor pur mantenendo un livello di THC sempre inferiore a 0,5% esprime la sua variabilità genetica in livelli più o meno alti di CBD e terpeni. Ciò è espressione della normale variabilità fenotipica che può incidere sui terpeni ma non sui cannabinoidi e che siamo riusciti ad esaltare al meglio coltivandola in regime protetto.
Sono quindi disponibili le nostre storiche genetiche in versione indoor: controllandole e coccolandole abbiamo fatto indossare loro il vestito migliore: in edizione limitata per il nostro e il vostro piacere.
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