L’emendamento presentato dal Governo al disegno di legge “Sicurezza” il 23 maggio alla Camera, che vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di THC, per usi diversi da quelli industriali è una vergogna. Ancora una volta assistiamo a un inopinato scempio dato dall’ignoranza e dalla cecità di una classe politica che non è nuova a questi pregiudizi, ma forse, a questo punto c’è dell’altro.
Parificare il CBD al THC nel 2024 non può essere nemmeno ideologia, ma idiozia, e significa non sapere cosa sta succedendo nel mondo. Basti pensare che in Germania dal primo aprile addirittura l’uso personale della cannabis è diventato legale, o agli USA, dove l’uso ricreativo della pianta ha creato un’industria che oggi vale 30 miliardi di dollari. Solo ignorando quello che succede fuori, ma anche le numerose sentenze della Cassazione in merito, che ha sempre sostenuta l’illegittimità di atti contrari all’utilizzo di infiorescenze con percentuali di THC prive di effetti droganti, si può pensare di proporre una norma che annulla il mercato delle infiorescenze CBD.
Ora, che le infiorescenze di cannabis light o CBD che si voglia, abbiano un effetto non psicoattivo (che non ti sballa) lo sanno più o meno tutti, ma ciò che ce lo dimostra sono i numerosi studi a riguardo, che evidenziano anche delle importanti facoltà terapeutiche nei confronti di ansia e convulsioni. Tant’è che convenzionalmente l’OMS afferma che la soglia drogante del principio di THC è dello 0,5 %. Secondo la massima organizzazione mondiale di medicina inoltre le preparazioni di cannabidiolo puro, contenenti meno dello 0,2% di THC, non devono essere sotto alcun controllo né tantomeno restrizioni dei governi a livello internazionale.
Riscontriamo, ancora una volta, che la nostra classe dirigente ha raggiunto un livello di inadeguatezza e incapacità, non più comprensibile se non si fa riferimento a termini come compiacenza e malafede. A differenza di quello che pensano i nostri governanti, la nostra generazione ha una testa per ragionare, soppesare, ricordare e intuire anche sottili meccanismi di potere. D’altronde quello che accade a Montecitorio non è tanto diverso da quanto succede nella normale quotidianità. Al fine di riuscire a sopraffare e prevaricare le persone oneste e perseguire solo i propri sporchi interessi si stringono accordi vili e infami fatti di strette di mano tra finti uomini.
Noi di Canapando siamo stanchi di tutto questo: dopo 9 anni di attività e un’impresa che conta 28 dipendenti, non meritiamo di vedere ancora una volta il nostro lavoro osteggiato e minacciato da una politica compiacente alle Mafie. Siamo stanchi dell’ignoranza della nostra classe dirigente che non vuole riconoscere una ormai amplissima letteratura scientifica sui benefici della cannabis.
Il settore della cannabis light, che dà da mangiare a migliaia di famiglie non può continuare a vivere in un contesto imprenditoriale dominato dall’incertezza. Qui non si tratta più di uno Stato interventista che limita oltremodo la libertà di un cittadino di fumarsi una canna -anche legale – ma di un meccanismo di potere che vuole mantenere lo status quo, lasciando la gestione della cannabis in stile protezionistico in mano alle Mafie.