Il Consiglio dei Ministri del 27 ottobre ha approvato il cosiddetto “Decreto Ristori” che introduce misure urgenti per la tutela della salute e per il sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi, nonché in materia di giustizia e sicurezza connesse all’epidemia da COVID-19.
Il 20 novembre Il Movimento 5 stelle, con un ulteriore tentativo dopo quelli falliti del 2019 (Legge di Bilancio) e dell’estate 2020 (D. l. Rilancio), ha presentato un emendamento per regolamentare l’intera filiera della canapa, con anche la liberalizzazione della “cannabis light”.
Canapa “light”: un fenomeno che non può più essere ignorato
L’oggetto dell’emendamento al D.l. Ristori è la canapa con un contenuto di principio attivo (THC) al di sotto dello 0,5%. Nella relazione, si legge che quello della canapa “light” è “un fenomeno che non può più essere ignorato e deve essere prontamente affrontato con un approccio oggettivo e concreto, attraverso una chiara e complessiva regolamentazione”.
È evidente che si tratta di un’operazione che, in un momento di crisi economica come quello attuale, vuole sbloccare definitivamente un settore in costante crescita, che nel 2019 ha generato un fatturato stimato in 150 milioni di euro e che potrebbe portare migliaia di posti di lavoro, introiti per le aziende e tasse per lo Stato.
Del resto, l’emendamento si inserisce nel quadro di un Decreto che vale complessivamente oltre 5 miliardi di euro da utilizzare a beneficio di quelle attività direttamente o indirettamente interessate dalle misure restrittive degli ultimi Dpcm, come ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, gelaterie, ma anche teatri, cinema, palestre e piscine.
Reazioni politiche e obiettivo della proposta
Intanto sono già arrivate le prime reazioni in ambito politico, dove la destra cerca di bloccare la discussione in merito alla proposta, accomunando la “cannabis light” alla droga.
Si tratta di un atteggiamento che mira a soddisfare le richieste di un elettorato pervicacemente proibizionista, escludendo a priori una valutazione oggettiva su un’iniziativa che, invece, porterebbe lavoro e risorse.
Inoltre, bisogna considerare che obiettivo della proposta è anche quello di regolare l’indotto distributivo, garantendo trasparenza delle informazioni e delle indicazioni relative ai prodotti commercializzati: in Italia la coltivazione della canapa è completamente legale, ma lo Stato non ha mai voluto normare l’uso umano delle infiorescenze, portando a una situazione di stallo dal punto di vista politico e di discrezionalità dal punto di vista legale, in quanto mette agricoltori e commercianti a rischio di sanzioni del tutto arbitrarie.