I falsi miti e le cose che non sai sulla cannabis
La cannabis rimane un’erba esoterica agli occhi di molte persone. I miti più diffusi avvolgono l’erba nel mistero ed impediscono alle persone di comprendere la vera natura della pianta.
Sfatiamo i miti più diffusi e vi diciamo quello che ancora non sapete!
I falsi miti sulla cannabis
1. Si può morire per overdose da marijuana.
A confermarlo è stata la DEA (Drug Enforcement Administration). Nel 1988, dopo un’attenta analisi, lo studio riporta che: “E’ tecnicamente impossibile” in quanto, un consumatore dovrebbe assumere circa 680kg di marijuana in 15 minuti.
2. La cannabis non crea dipendenza.
Fumare quotidianamente, anche se in maniera nettamente più lieve rispetto alle droghe pesanti, la marijuana crea dipendenza.
A sostegno di ciò arriva uno studio, condotto dal National Institute on Drug Abuse, che afferma che circa il 30% delle persone che ne fanno un uso costante e smodato, possono sviluppare una dipendenza da cannabis.
3. La cannabis brucia il cervello
Per decenni ci hanno ripetuto che la cannabis provochi danni irreparabili al nostro cervello. Ad oggi, studi scientifici moderni e attendibili ci dicono che non è mai stato riscontrato un danno fisico su un soggetto umano, adulto, che fa uso di cannabis.
Ovviamente, questa affermazione deve essere contingentata.
I danni provocati dalla combustione e dal mix con altre sostanze, come ad esempio il tabacco, ci sono. È però possibile fare a meno di questi elementi attraverso il vaporizzatore, uno strumento che si utilizza soprattutto per trattamenti terapeutici, e che permette di assumere la cannabis senza combustione e senza mix con altre sostanze. Oppure utilizzando i derivati della cannabis (olio, semi, cime fiorite di cannabis light) per somministrazione orale.
4. Il Consumo di cannabis aumenta il tasso di criminalità
Sebbene la violenza delle bande criminali pervada il mondo proibizionista, il consumo della cannabis non guida di per sé il crimine, ma il suo status illecito sì.
Invece, quando viene istituito un mercato legale della cannabis, i dispensari autorizzati e tassati dallo Stato sottraggono agli spacciatori del mercato nero gli introiti provenienti dal commercio della marijuana, indebolendo il potere dei suoi membri.
Contrariamente ad alcune credenze, la legalizzazione della cannabis non sembra contribuire a nessun tipo di aumento statistico dei crimini violenti. Tuttavia, è interessante notare come molti attivisti anti-cannabis cerchino di nascondere l’enorme numero di crimini violenti associati all’uso dell’alcol, nonostante il suo status legale.
Quello che ancora non sai sulla cannabis
Il primo libro stampato in Europa era in canapa
Il primo libro stampato in Europa fu la Bibbia di Gutenberg, a metà del 1400. Fu stampato su carta di canapa, perché era una carta particolarmente resistente e al contempo comoda da utilizzare.
Nel latte materno ci sono cannabinoidi
Nel latte materno sono presenti alcuni cannabinoidi e questo è uno dei motivi per i quali il neonato, bevendo il latte dal seno della madre, si rilassa fino ad addormentarsi. Madre Natura, molto più saggia di noi, ha messo una quantità di cannabinoidi all’interno del latte materno quasi irrisoria, ma sufficiente appunto per rilassare il neonato.
Una volta coltivare la Cannabis era obbligatorio
Nel 1763 in Virginia, Stati Uniti, fu approvata una legge che obbligava i contadini a coltivare la canapa. Questo perché era una materia prima naturale talmente preziosa per il governo, che tutti i contadini dovevano contribuire alla sua produzione.
La canapa potrebbe sostituire la plastica
Tutto quello che noi oggi facciamo con la plastica, si potrebbe fare (e già si faceva) con la canapa.
Le reti da pesca, oggi prodotte in nylon, sono un derivato del petrolio che inquina i nostri mari.
Fino alla fine dell’800, invece, le reti da pesca venivano fatte in canapa e quando non erano più utilizzabili, venivano lasciate sul fondo degli oceani.
Nel giro di qualche mese diventavano cibo per i pesci. Ecologico non credi?