Il futuro della canapa? La bioedilizia!
Dopo la pandemia le nostre vite si sono dovute adeguare a cambiamenti per cause di forza maggiore. E anche i criteri per la progettazione, la costruzione e la valutazione di mercato degli edifici stanno cambiando.
Questo perché la loro salubrità salirà in cima alla lista delle priorità degli addetti ai lavori, delle istituzioni e delle famiglie.
Per fortuna, non è detto che le soluzioni debbano essere inventate da zero.
La bioedilizia infatti può già contare su materiali che garantiscono ottime e comprovate prestazioni in termini di sanificazione: i biocompositi in canapa e calce.
Oltre a godere di un migliore isolamento termico e acustico, disperdere una minore quantità di energia, imprigionare le emissioni di CO2 ed essere meno vulnerabili agli incendi, le costruzioni in canapa e calce garantiscono un comfort ideale e tutelano la salute di chi le abita.
Bioedilizia e Canapa
L’utilizzo della canapa nell’edilizia non è scoperta recente. Già nel 1400 l’architetto Leon Battista Alberti ne aveva scritto l’utilità in quanto, aggiunta alle malte, ne migliorava le qualità. Il suo maggiore uso nel corso degli anni ha riguardato il settore tessile, che poi è entrato in crisi.
Solo dieci anni fa l’Unione Europea ha attivato finanziamenti destinati alla reintroduzione della canapa da fibra e alla costruzione di filiere di prodotti derivati; mentre in Germania la canapa è stata inserita nel settore automobilistico, come materiale per fibroresine, plastiche e imbottiture, in Francia è stata concentrata nell’edilizia, così come in Italia.
Quali sono i vantaggi dell’uso della canapa nella bioedilizia?
La canapa è un materiale sempre più utilizzato nel mondo della bioedilizia: costruire con fibre vegetali resistenti comporta infatti vantaggi ambientali, ma anche sociali ed economici.
Quali vantaggi ha? Tantissimi!
Innanzitutto è una pianta estremamente resistente, che può crescere praticamente ad ogni latitudine senza l’uso di fertilizzanti e pesticidi. Nel suo ciclo di vita sequestra ingenti quantità di carbonio, per via della crescita molto veloce (in media 120 giorni). Durante il ciclo di crescita, se defogliata meccanicamente, la maggior parte della biomassa ritorna sul suolo e si decompone velocemente.
Ha inoltre un effetto di bonifica del terreno perché assorbe sostanze inquinanti come zinco e mercurio. Durante la raccolta, infine, le radici vengono lasciate a terra mantenendo il suolo compatto e funzionando da condotta di areazione per il sottosuolo.
La canapa ha una coltivazione semplice, una crescita rapida e proficua con un basso consumo di acqua e rari attacchi di parassiti.
Una volta lavorata, quindi, la canapa è ottima per sostituire legno, vetro e inerti per la composizione di diversi materiali, in quanto refrattaria a muffe e insetti.
È anche resistente al fuoco, leggero e ricco di silice, ma è soprattutto un materiale “carbon negative“, che sintetizza il carbonio e riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera, rendendo gli ambienti più salubri e abbattendo le emissioni inquinanti. Grazie al suo impiego, si risparmia il 90% dell’acqua utilizzata per il cemento ed è utile anche come materiale antisismico, tanto che l’ENEA ha in progetto un kit antisismico composto da pannelli in fibra di canapa, in grado di contenere il crollo provocato dalle scosse.
Oltre ad essere ecologica ed etica, è anche versatile: da un miscuglio industriale di acqua e canapa, nascono mattoni, intonaci, massetti, cappotti e isolanti per edifici vecchi e di nuova costruzione.
A differenza dei mattoni tradizionali, i mattoni in canapa si posano a secco e vengono smaltiti con maggiore facilità.
La situazione in Italia
Nell’edilizia i prodotti a base di canapa vengono ricavati sia dal fiore che dal fusto. Oltre ai prodotti più conosciuti, in Italia è in fase di certificazione un brevetto per la realizzazione di blocchi a base di canapulo, la parte più legnosa dello stelo. Il mattone essiccato diventa rigido e leggero e può essere utilizzato anche nella ristrutturazione di edifici.
In Italia il leader nel settore della bioedilizia a base di canapa è Röfix, che opera da più di 30 anni. L’azienda è stata tra i primi ad industrializzare “CalceClima Canapa“, intonaco e finitura a base di canapulo e calce naturale. I prodotti hanno ottenuto il marchio di qualità Natureplus, che certifica l’eco-compatibilità e l’assenza di additivi.
La calce naturale regola in modo naturale l’umidità e assorbe le sostanze nocive nell’aria. In Italia, le coltivazioni di canapa si concentrano in particolare in Alto Adige , ma si stanno sviluppando anche in altre aree d’Italia. La bioedilizia a base di canapa si sta sempre più evolvendo, anche in risposta agli obiettivi del pacchetto per il clima e l’energia 2020 promosso dalla Commissione Europea.