Radici storiche della Cannabis, ritrovate tracce in scheletri risalenti al 1600
Se pensate che l’uso ricreativo della cannabis sia solo una questione recente, vi sbagliate di grosso. Recenti studi tossicologici hanno portato alla luce delle scoperte storiche sconvolgenti, che proverebbero l’uso e la coltivazione della sostanza già dal XVII secolo.
La scoperta, avvenuta nel centro di ricerca sita nel capoluogo lombardo, ha scardinato ogni credenza sul consumo della cannabis e delle abitudini del tempo, soprattutto per chi continua a sollevare polemiche e maldicenze circa il suo impiego moderno.
Ma adesso andiamo più a fondo nella questione e capiamo insieme l’importanza assunta da questa recente notizia.
Le ossa raccontano una storia diversa
Le prime prove archeologiche di questa formidabile storia sono venute alla luce grazie al ritrovamento di resti ossei di alcune persone vissute alla fine del 17esimo secolo, e fino ad allora sepolte nella Cripta della Ca’ Granda, sotto l’ex Ospedale Maggiore, dove oggi sorge l’Università Statale di Milano.
Secondo quanto rintracciato da uno studio tossicologico somministrato su due campioni ossei appartenenti a pazienti del 1600 – nello specifico uno di una donna tra i 40-50 anni e di un ragazzo adolescente -, viene dimostrato come la cannabis facesse parte del novero di sostante al tempo utilizzate e somministrate (non solo a scopo medico, tra poco vedremo perché).
In particolare è a Gaia Giordano – ricercatrice del Laboratorio di Antropologia Forense dell’ateneo lombardo – che si deve il ritrovamento di tetraidracannabinolo (THC) e di cannabidiolo (CBD) nei resti ossei analizzati.
Tale scoperta è stata possibile per un fattore tutto naturale. Difatti, tali molecole, come d’altronde quelle di tantissime altre erbe medicinali, possono conservarsi a lungo, anche secoli dopo la morte stessa dell’individuo, depositandosi nelle ossa.
Se le ipotesi iniziali erano propense ad associare il ritrovamento ad un utilizzo per lo più medico della cannabis, le prove hanno lasciato spazio ad un’altra verità.
Cannabis solo a scopo curativo?
Non è una novità che in passato la cannabis venisse impiegata anche in funzione di riti funebri. Secoli addietro, infatti, la Cannabis era diventata merce di scambio, come nel caso di popoli asiatici risalenti nel 4.000 a.C.
Ma è interessante talvolta porre una lente di ingrandimento per curiosare sulle abitudini e consuetudini dei nostri antenati e di come, nonostante lo scorrere inesorabile del tempo, queste non siano così tanto mutate, anzi.
Infatti, nonostante la documentazione sui farmaci impiegati nell’ospedale sia ancora conservato nell’archivio storico dello stesso, gli scienziati non hanno trovato traccia o menzione di cannabis tra le piante utilizzate a scopo medico.
Questo dettaglio lascia spazio e spinge verso ipotesi differenti rispetto a quelle citate poc’anzi. Ossia verso uno scenario nel quale la cannabis venisse assunta per finalità prevalentemente ricreative, come forma di auto guarigione.
Tale scoperta, nonostante il bagaglio preesistente di informazioni circa l’impiego della cannabis nell’antichità, apre verso nuove interessanti scoperte storiche.
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